TESTIMONIANZE – 25 APRILE – PER NON DIMENTICARE
Testimonianza di Lina Mattioli raccolta da Claudia Tondi
La seguente testimonianza sono state selezionate e tratte dal libro “Montese 1943-1945”. Nella comune di Montese morirono 225 persone per eventi bellici e 43 militari caddero o furono dichiarati dispersi nel periodo della seconda guerra mondiale.
Avevo sette anni quando c’è stata la liberazione di Montese e Iola.
Il giorno della liberazione i tedeschi ci avevano mandato via dalle nostre case e ci avevano fatto andare nelle case dei nostri vicini. Ricordo che nella mia casa e nel mio cortile c’erano tantissimi tedeschi che neanche volutamente mi sarei messa a contare dalla paura che avevo. Loro avevano fatto credere a me, ai miei fratelli e alle mie sorelle che se fossero venuti a casa nostra gli americani (saranno stati a 500/600 metri) ci avrebbero uccisi tutti. Alla fine capii che era solo una bugia perché quando arrivarono (i tedeschi si erano già ritirati) ci diedero tante caramelle e tanto cioccolato che era buonissimo In quel periodo stemmo benissimo perché ci davano da mangiare e ci facevano giocare.
Ricordo anche che in quei momenti avrei voluto avere la mamma vicino, ma purtroppo era morta un po’ prima che arrivassero i tedeschi. Oltretutto volevano portarci via anche il papà per farlo andare a fare delle trincee sul monte della Torraccia che io non sapevo neanche dove fosse. Per fortuna il parroco d Iola, don Alessio Verrucchi, intervenne e pregò i tedeschi di lasciare a casa il nostro papà perché eravamo tutti piccoli.
L’unica cosa di cui adesso rido, ma quando l’ho vissuta ridevo meno, è questa: un giorno due tedeschi vennero nel cortile di casa mia a mangiare le nespole mature del nostro albero e, quando mio fratello Silvio che aveva nove anni li vide, corse fuori dalla porta e urlò contro: “Raush”. In tedesco questo vuol dire “vai via”, ma lui non lo sapeva. Loro corsero in casa nostra perché volevano ucciderci, ma videro che eravamo solo dei bambini nascosti sotto il tavolo per la paura e così andarono via.
E’ stato un periodo molto brutto che è impossibile dimenticare.”
GENERALE – FRANCESCO DE GREGORI
…”Generale, queste cinque stelle
‘Ste cinque lacrime sulla mia pelle
Che senso hanno dentro al rumore di questo treno?
Che è mezzo vuoto e mezzo pieno
E va veloce verso il ritorno
Tra due minuti è quasi giorno
È quasi casa, è quasi amore”…
La natura di inizio Estate
“…dateci i vostri brandelli stagioni.
Saremo vagabondi dai capelli laccati di pioggia.
Vuoi venire a vivere con me sull’orlo di una scarpata?
… ti spoglierò nei campi di grano,
ti farò dormire tra i covoni,
ti coprirò nell’acqua sotto i rami bassi,
ti curerò sul muschio delle foreste,
ti prenderò nell’erba medica,
ti isserò sui carri di fieno…”
Violette Leduc
FESTA D’INVERNO
FESTA D’IVERNO
Aria fredda sul viso
Occhi spalancati al sole tiepido
Cielo chiaro e limpido
Mani piccole e fredde
A raccogliere coriandoli
Maschere colorate
Strade ridenti
Musica allegra e spensierata
Gioco di nuovo
Con me, con te
Colombina e Pulcinella?
Occhi truccati
Labbra disegnate
Rido di te e di me
Giochi inventati
Giochi sognati
Stelle filanti
Fili brillanti di luce interiore
® Federica Bignardi – 2013
Il carnevale porta colore e gioia
nel lungo e grigio inverno,
si é liberi di indossare
qualsiasi maschera,
l’atteggiamento e lo spirito
che vuoi liberare,
quella parte di te celata
dalla ragione e dall’educazione.
Mi sento sempre bambina e lascio
giocare le mie personalità,
libere di essere senza costrizioni.
Beethoven & Piazzolla al Teatro Bibiena Mantova
La musica ha il potere di allontanarmi
da me stessa .
Chiudo gli occhi e tutto accade
dentro di me
lontano da me.
Le note di Beethoven corrono
ed io con loro tra boschi verdi,
prati immensi, spiagge infinite,
scale interminabili e rido,
ma non so se sono bambina o donna,
so che sono felice e serena.
Sono leggera e non sento il peso
del corpo e dell’anima,
un velo trasparente sospinto dalla brezza marina
verso l’ogni dove nel tempo del mai.
Ludwig v. Beethoven: Trio op. 38
Obvlion sfiora le corde dell’anima con delicatezza,
gentilezza, pazienza perché sa che arriverà là,
in quel punto,
sì quello lì,
quello dove sorge l’emozione.
Scivola giù
fino in fondo
raccoglie l’acqua delle tue lacrime,
le porta in superficie,
le porta alla luce del giorno
e te le mostra a mani nude.
E tu non puoi far altro che liberarle,
non puoi far altro che togliere le catene,
non puoi far altro che disegnare ali,
ali di libellula per volare lontano.
Questo é il mio Oblivion.
Libertango mi ricorda il tempo che passa,
l’orologio ed il suo assordante ticchettio,
tacchi di donna che corrono nel buio della notte,
gocce di pioggia sui vetri,
volo di gabbiani tra le onde,
il vento forte, inquietante, sferzante,
spade inferocite contro fantasmi inesistenti,
graffi profondi su cristalli interrotti,
un bacio rubato,
un disco incantato ,
lancette che scandiscono il tempo delle nostre vite.
E…tutto questo…rigorosamente dal vivo…
altrimenti…
tutto ciò
non
può accadere…