Incanto
Tenero é l’incanto
quando fluttui
tra le dolci sue nenie,
coperta soffice di cielo
avvolge astri lontani,
avvolge me,
la mia ingenuità lucente,
lei, beata, sogna
e ancora
non sa,
non vede,
non sente
Tenero é l’incanto
quando fluttui
tra le dolci sue nenie,
coperta soffice di cielo
avvolge astri lontani,
avvolge me,
la mia ingenuità lucente,
lei, beata, sogna
e ancora
non sa,
non vede,
non sente
Si sgretola il castello,
pezzo dopo pezzo,
mattone dopo mattone.
Quadri colorati scivolano,
foglie morte al vento
di Ottobre.
Stanze vuote raccolgono
echi lontani, risate felici
rincorrono pianti sommessi.
Verità, danzi intorno a parole
illusorie
celando il tuo candore.
Il tuo sposo : il timore,
La tua testimone: la lusinga
Il cerimoniere : la scaltrezza
Allontana i dubbi,
torna ad essere te stessa,
fiera e limpida.
Bisogna proprio esserci all’Arena di Verona,
bisogna proprio sedersi su quelle scalinate,
illuminare la gioia con le fiammelle vibranti
alla brezza serale é d’obbligo anche senza smoking.
Nessuna descrizione potrà mai rendere l’intensità
di certi momenti.
Nessuna descrizione potrà mai rendere l’emozione
che nasce spontanea.
Nessuna descrizione potrà mai rendere il fragore
delle lacrime ascoltando l’aria
“Un bel dì vedremo” perché é con queste parole e con questa musica che Puccini
rende l’idea dell’illusione di Cio-Cio-San e illude anche noi, ci accompagna tra i giardini ,
tra i fiori dell’amore e il Giglio bianco vive di questa convinzione per lungo tempo.
Sssss…..non interrompiamo questa sensazione…non ora
Guardate le foto e leggete il testo…
e…ovviamente dedicate un pò di tempo all’ascolto.
La Divina Callas non vi deluderà.
“Un bel dì, vedremo
levarsi un fil di fumo sull’estremo
confin del mare.
E poi la nave appare
E poi la nave è bianca.
Entra nel porto, romba il suo saluto.
Vedi? È venuto!
Io non gli scendo incontro, io no. Mi metto
là sul ciglio del colle e aspetto, aspetto
gran tempo e non mi pesa
la lunga attesa.
E… uscito dalla folla cittadina
un uomo, un picciol punto
s’avvia per la collina.
Chi sarà? Chi sarà?
E come sarà giunto
che dirà? che dirà?
Chiamerà Butterfly dalla lontana.
Io senza dar risposta
me ne starò nascosta
un po’ per celia, un po’ per non morire
al primo incontro, ed egli alquanto in pena
chiamerà, chiamerà:
«Piccina – mogliettina
olezzo di verbena»
i nomi che mi dava al suo venire.
(a Suzuki)
Tutto questo avverrà, te lo prometto.
Tienti la tua paura. – Io con sicura
fede lo aspetto.”
Illusione
amabile frutto
eclissi spine
************************************
Rosa ti specchi
felice dei tuoi petali
acqua tremula
************************************
Disillusione
neo oleoso dilaga
lago plumbeo
Un bel dì vedrem…
https://www.youtube.com/watch?v=TkgatM3-t4k
il coro….
Cos’è quell’impercettibile meccanismo che s’innesca ogniqualvolta tu ti lasci andare, cedi ai sogni e alle illusioni ?
E’ il sicario della paura, inviato, non per uccidere, ma per torturare.
Ti avvolge con dolcezza e con pesantezza ti rende impotente, incapace di agire.
Rimani lì, sospeso tra il cielo e la terra, immerso solo in pensieri improducenti senza fine. Cerchi incatenati sempre più grandi, ti rinchiudono in un unico enorme circolo senza uscita. Il dolce cullare iniziale lascia spazio a movimenti sempre più deboli, circoscritti privi di lancio e scopo. Il tentennare tra realtà e non-realtà è molto intenso; il nodo da sciogliere sta qui, nell’incertezza, padrona dei deboli e musa dei grandi.