

Maggio scottava e inaridiva, marzo era irrequieto, e poteva essere freddo e rigido nel suo splendore, ma aprile arrivava dolce, come una benedizione, e quando il tempo era favorevole, era così bello che diventava impossibile non sentirsi diversi, non sentirsi emozionati e commossi.
(Elizabeth von Arnim)
A te che cuci in un angolo l’ennesimo strappo
A te che corri, corri, corri lontano dagli spari
A te che copri tuo figlio morto con un lenzuolo
A te che aspetti il suo ritorno
A te che li senti ridere mentre ti lacerano il corpo e l’anima
A te che raccogli i resti della tua casa un tempo sorridente
A te che scrivi, fotografi , diffondi notizie e poi sparisci nel fango della dittatura
A te che ti raccogli i capelli e lo guardi andare via senza piangere
A te che racconti con dolcezza una favola ai tuoi bambini
A te che prendi per mano tuo fratello e andate verso il buio
A te che muori abbracciata al tuo orsacchiotto e non sai perché
A te che imbracci un fucile e parti
A te che trovi la forza di vivere tra le macerie.
Grazie