Ferrara e l’incontro con Matisse
Siamo arrivati a Ferrara percorrendo un tratto di argine verde smeraldo.
Una domenica mattina silenziosa,
ci siamo fermati ad ammirare lo spettacolo.
Da lontano, lo scorrere del grande maestro fluviale,
sussurava alle rive, musica soave.
Le sponde replicavano con il canto allegro degli uccelli
e il fruscio dei rami rigogliosi.
Ho respirato l’odore dell’erba e dei fiori selvatici
la brezza primaverile movimentava dolcemente gli steli e il tutto…appariva un
grande mare terreno con le onde d’erba e la schiuma di fiori.
Ho racchiuso dentro di me questa piacevole sensazione di pace,
quel profondo sentimento di appartenenza alla Terra.
La tranquillità del fiume ci accompagna fino a Ferrara e non si nota la
differenza
tra campagan e città.
L’impatto con il centro non é violento, la lentenzza e la pacatezza fanno da
sottofondo al nostro percorso stradale.
La tranquilla cittadina emiliana vive la domenica con gioia e spensieratezza,
le biciclette invadono il ciottolato con allegria.
Bimbi, gruppi di turisti, uomini
e donne, passeggiano con calma, chicchierano, ridono, si guardano negli
occhi,
si fermano e discuutono di questo e di quello.
La vicinanza tra le persone, mi ha colpito, i sorrisi oltre gli Ipad e gli Iphone,
finalmente chiusi dentro borsette e zaini, perché non puoi non ammirare
l’esterno di Palazzo dei Diamanti
e non cogliere la perfezione della facciata ed il particolare
del rivestimento
ti devi fermare ed osservare la bravura dell’artista, anzi del maestro della
costruzione, non puoi rimanere indifferente.
Passeggi, costeggi la fiancata principale e…al suo termine,
volti l’occhio e….
un cortile interno appare..così…all’improviso e rapisce lo sguardo,
il rosso delle rose ed il candore della statua spuntano tra il verde ed il mattone
donando armonia e vivacità alla serietà della struttura.
Camminiamo poi attraverso la città e percorriamo il Ghetto, volti bassi, vie
strette, quasi soffocanti.
Qua e là, negozi, osterie, portoni e cancelli, di dimensioni ridotte, quasi timide,
non appriscenti.
Discrete presenze silenziose ricordano il luogo in cui ti trovi.
Nuvole bianche passano leggere oltre la Torre del Castello Estense,
ci salutano e ci indicano la via del ritorno,
le seguiamo, ci riporteranno a casa.
I velieri delicati solcano il cielo,
immacolate creature si lasciano trasportare dal vento,
sono serene perché non sanno dove andranno.
Ci tornerò a Ferrara perché sono stata bene.
Seguirò ancora Matisse, perché i suoi colori, la sua energia e la sua creatività
hanno reso questo mondo meno scuro.