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Nov 2, 2017 - POESIA, Senza categoria    Commenti disabilitati su DUE NOVEMBRE

DUE NOVEMBRE

PAPA'

Rami secchi scuri

 contro il cielo azzurro

Trame contorte dei miei pensieri

Fitte ragnatele dentro la mia mente

Nudo è l’albero, spoglio è il ramo

desolata la mia anima.

Padre, tornerai da me?

Padre, leggerai ancora con me?

Digiuno di te il mio Io,

in attesa di te le mie braccia,

ridenti di te i miei occhi,

sei quasi a casa.

 Ti siederai, fumerai una sigaretta

E leggerai il giornale, con i tuoi

Occhiali sul naso, e le gambe accavallate.

Mi chiamerai, criticherai l’articolo ed

Insieme rideremo delle parole.

Torneranno mai quei momenti con te?

Sorriderai ancora guardandomi?

Mi darai la buonanotte con la mano

Sul mio capo assonnato?

Torneranno quando io ti avrò lasciato

Andare.

Torneranno quando io non piangerò più

Per te.

Torneranno quando io non sarò

Più legata a te.

Ti incontrerò solo nel posto

Delle anime bianche,

nel giardino di margherite,

nel cielo azzurro delle farfalle.

Aspettami papà.

Questa canzone di Lorenzo é poesia pura, tocca le corde del cuore con maestria,

musica e parole per te, sono sicura che ti piace ….ciao papi

https://www.youtube.com/watch?v=4w4flJ9UuWk

Mag 24, 2015 - opinioni    Commenti disabilitati su Per non dimenticare

Per non dimenticare

la mafia uccide solo d'estate

Senza retorica,

senza fronzoli,

senza parole inutili,

il senso é:

” per cambiare le grandi cose,

bisogna cambiare le piccole

a partire da noi stessi,

dai nostri comportamenti “

“Povera Patria”

Franco Battiato

Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos’è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore…
ma non vi danno un po’ di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
si che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po’ da vivere…
La primavera intanto tarda ad arrivare

Feb 11, 2015 - opinioni    Commenti disabilitati su Basso Continuo di Renzo Cigoi – Per non dimenticare

Basso Continuo di Renzo Cigoi – Per non dimenticare

basso-continuo

BASSO CONTINUO”  DI RENZO CIGOI

<<Renzo Cigoi, poeta e narratore, vincitore di prestigiosi premi di narrativa e di poesia italiani, è stato finalista al Premio Calvino con il suo romanzo inedito Biblion. Sue poesie e racconti sono stati tradotti e pubblicati in sloveno, romeno, russo e francese.

 

Basso continuo e altri racconti di Renzo Cigoi (Edizioni Opposto, Roma. € 14,00) www.opposto.net >>

Commento di Federica Bignardi

http://www.leggeretutti.net/site/basso-continuo/

Intervista con Renzo Cigoi

http://www.gliamantideilibri.it/archives/30423

 

 

PER NON DIMENTICARE QUEI GIORNI

 

PER RICORDARE CHI NON C’E’ PIU’

 

PER TRARRE INSEGNAMENTO DA CHI E’ SOPRAVISSUTO E NON SI LAMENTA MAI DI QUELLO CHE HA PERCHE’ HA PROVATO SU SE STESSO LA FAME E LA MISERIA

 

A VOI  LASCIO LE MIE IMPRESSIONI ACCORATE E SPONTANEE SCATURITE DOPO UNA LETTURA INTENSA E COMMOVENTE

 

 

 

 

Cara Olga, oggi 17 ore 7 fucilati innocenti.

La mia salma si trova di qua dal fiume della scuola dove sta Albegno.

Tu puoi prendere la mia salma anche a Mezzogiorno di oggi.

                                                 

                                                                          Vittorio Tassi “

 

Così esordisce il racconto “ I Perdenti “  di Renzo Cigoi, così leggono i miei occhi , così la mia mente rimane immobile, così il mio cuore si ferma per un attimo. Rileggo incredula.

Ciò che colpisce è la semplicità della morte, un evento scontato, un biglietto sgualcito nelle  mani di una donna che ritira il corpo del marito come un pacco postale. Il “cara” a sottolineare un legame affettivo che sarà interrotto da lì a poco. 7 Innocenti muoiono oggi, la guerra se li porta via come foglie secche sul fiume della Patria, della Nazione, della Vittoria. Rigagnoli rosso sangue ridono di giovani invaghiti dall’ideale, spronati dalla sete di Gloria, annebbiati dall’oppio dell’ipocrisia aristocratica. Si beffano di uomini maturi che imbracciano un fucile, camminano nel fango e ogni tanto sentono “ Splash! Splash! I corpi dei propri compagni cadere nel fiume” …”Era come essere in un macello asiatico dove gli animali appena scannati respiravano ancora…”  . Crude immagini di “ Basso Continuo” immortalano disperate carcasse umane mandate a morire come mosche sullo sterco ancora caldo della Russia lontana, senza motivazione, senza ordini precisi, senza ideologia. Triestini, sloveni, ucraini uniti dall’ “unico desidero sincero  di appoggiare quella rivoluzione perché era fatta di gente che moriva di fame e non aveva ancora maturato nessuna chiara presa di coscienza ideologica : chi aveva mai sentito parlare di Lenin o Marx!”  L’assurda, inconcepibile miseria dell’uomo che esorcizza la morte con la guerra come facevano gli antichi con i sacrifici umani agli dei per allontanare questa inevitabile ed invincibile paura.  Per respirare questo fetore bisogna attraversare le “grise”: tra lame di roccia tagliente come coltelli, si cammina sopra un cimitero, distesa di tombe al cielo aperto, esposte come in un museo della morte, dove ci sono tutte le facce di coloro che sono morti qui lungo i secoli: tratti e profili di ogni etnia e popoli del pianeta scolpiti dal vento e dalla pioggia…sono le voragini delle foibe: fosse comuni senza lapidi né nomi…”

Sento le ossa scricchiolare sotto di me, sento il rumore del dolore mescolarsi a quello del vento freddo. La montagna della morte grida silenziosa contro un cielo azzurro e lo maledice per la sua bellezza. Può l’uomo concepire una tale distruzione? Può l’uomo distruggere se stesso e i suoi simili con tale semplicità ? Sì, può. Racconti snocciolati davanti ad un bicchierino, tra fumo di sigaro ed una mano di carte.  Visi scolpiti nella pietra della dura verità.

Divise malconce impiastricciate di brodaglia penzolano dai rami sempreverdi dell’idiozia umana. Avventori, turisti,, passanti osservano distratti massi grigiastri di solitudine e disperazione. Un uomo solo si ferma immobile e guarda un crepaccio, il ricordo di quel giorno lo attanaglia: “ In quel momento mi sono sentito invadere da una fredda angoscia, avevo capito che quella era una madre che aveva supplicato per la vita dei figli mentre l’umanità che le stava intorno era improvvisamente ritornata prigioniera delle antiche epoche oscure.”

Il Carso ingoia tutto, corpi, ricordi, rimorsi e nostalgie. E’ là e ci rammenta che “ i ricordi sono fatali ed è legittimo pensare che nessuno, dopo aver lacerato con la memoria il proprio Sé possa illudersi di sperare nel paradiso “La semplicità delle espressioni contrasta con una sana consapevole filosofia di pensiero, purezze di idee raccontante da personaggi semplici, comuni, a volte rozzi che attraversano le pagine di questa preziosa raccolta di memorie. Struggenti descrizioni della natura addolciscono i tratti crudi e violenti della narrazione, quasi a scusarsi, quasi a compensare il dolore di certe parole, di certe immagini inquietanti, nubi soffici e legno caldo, note delicate tra fiumi di porpora: “ Fuori, sul limitare del bosco di querce, tra i rami spogli degli alberi contro un cielo di pesca sanguigna, l’occhio felino della luna al suo primo quarto spiava un cane che abbaiava lontano…”.Sono piccoli quadretti appesi ai muri della malinconia e all’amore verso la natura violenta di quei luoghi. La pietà non esiste e lo scrittore lo sa e ce lo ricorda con il racconto a me più caro. “” Favola”. Una stupenda metafora dell’olocausto e dei genocidi in genere. I corpi dei piccoli abeti nella macchia boscosa vengono trucidati brutalmente da asce affilate. Ciuffi verdi e sorridenti strappati violentemente dalla madre Terra come radici secche. Forti tronchi estirpati frettolosamente vanno a riempire camion carichi di rami, aghi, creature morenti accatastate una ad una in una specie di bara comune”…solo una lieve fragranza di resina come l’odore del sangue di una mortale ferita…” restituiva loro un minimo di dignità. L’ultimo atto prima di venire impalati in piazze adornate a festa, prima di essere rinchiusi in case calde e soffocanti per il sorriso prepotente di bambini capricciosi e l’aria compiaciuta di padri indifferenti al valore di questi nobili esseri eterni.

Al cadere dei primi aghi, un viaggio verso il cassonetto, l’odore disgustoso delle immondizie ricopre definitivamente l’aroma essiccato. Rami a bruciare nei camini, mentre il fumo sale e fiocchi biancastri dipingono il cielo. Tu piccolo abete volevi risvegliarti sereno nella tua foresta ed invece vaghi senza meta trasportato via dal vento della violenza umana.

 

 

Federica Bignardi

 

 

 

 

 

Feb 1, 2015 - libero scrivere    Commenti disabilitati su Goodbye Chiara , donna volitiva

Goodbye Chiara , donna volitiva

FIORI INVERNALI

Ciao Chiara.

Hai combattuto fino alla fine

sei il fiore invernale per eccellenza.

Non hai ceduto alla malattia

e nemmeno alla morfina.

Ti hanno dovuto addormentare

con la forza.

Il tuo sorriso ha vinto

e sotto il velo del feretro

la serenità interiore trasmetteva

luce.

Troverai pane per i tuoi denti

anche là dove andrai, ne sono certa.

La tua voce riecheggerà sempre

tra le fronde dei giardini

e i bambini giocheranno al suono delle tue risate.

Bon voyage cher ami

Nov 2, 2014 - musica    Commenti disabilitati su Una canzone per te che sarai sempre dentro di me

Una canzone per te che sarai sempre dentro di me

I still miss you…

&

your sweet ” Goodnight, my darling “

To my father

Eppure sentire ( Un senso di te )

by

Elisa

” A un passo dal possibile A un passo da te

Paura di decidere Paura di me Di tutto quello che non so

Di tutto quello che non ho

Eppure sentire

Nei fiori tra l’asfalto Nei cieli di cobalto – c’è

Eppure sentire

Nei sogni in fondo a un pianto Nei giorni di silenzio – c’è un senso di te .

Eppure sentire

Nei fiori tra l’asfalto Nei cieli di cobalto – c’è …

 Eppure sentire

Nei sogni in fondo a un pianto

Nei giorni di silenzio –

c’è Un senso di te “

https://www.youtube.com/watch?v=_Q3EtRpLiVU

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