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Dic 2, 2020 - libero scrivere    Commenti disabilitati su AUTUNNO E’…

AUTUNNO E’…

 

Autunno e’…

Guardare la natura ed amare lo sfumare dei colori, dai più accesi di Settembre ai più tenui di Novembre

Accarezzare dolcemente l’estate

Sistemare i fiori sul balcone ed essere felici

Progettare il futuro

Passeggiare le prime ore del pomeriggio

L’aria fresca sul viso ed il sole tiepido

Le chiome variopinte delle piante

Calpestare le foglie e tornare bambini

Cucinare le caldarroste e gioire dell’aroma inconfondibile

Il saluto ai propri cari ed il crisantemo bianco

Sorseggiare una tisana guardando il vapore alla finestra

Ascoltare Eric Satie e leggere un libro

Ed è subito sera

La nebbia che avvolge la campagna dormiente

I tramonti di rosa e di arancione che sfociano nell’indaco profondo

La pioggia rigenerante

Le sculture naturali dei boschi, i magnifici alberi spogli che chiamano il cielo azzurro

Il sonno profondo e sereno del mio gatto

Il calore di casa contro il freddo

Happiness inside, the joiful heart

L’agrifoglio e le  rosse bacche che annunciano l’arrivo del Natale

 

La serenità dell’Autunno é la canzone

“Lovely Day” by Bill Withers, quel ritmo spensierato e sorridente che solletica le corde del cuore

Mar 5, 2019 - libero scrivere    Commenti disabilitati su Profumo di viola

Profumo di viola

viola

 

Quell’aroma inconfondibile

che cattura le narici e apre la finestra  dei ricordi.

Ricordi d’infanzia ,

del giardino segreto che scrutavo

ed immaginavo essere la foresta di Tarzan,

con i suoi mostri,

con le sue maestose fiere

e i fiori magnifici tra i capelli di Jane.

Bambine forti ed avventurose eravamo.

Alla ricerca di smeraldi incastonati in rocce

irraggiungibili ed impervie.

Il giardino prendeva vita con noi e per noi.

Ed é forse questo il segreto.

Lasciare entrare i ricordi

e ritornare bambini per un pò.

Grazie natura

Nov 13, 2018 - libero scrivere    Commenti disabilitati su VOLI PINDARICI

VOLI PINDARICI

Te ne vai così,

maestro di voli pirandici,

cacciatore di sogni,

animatore di pomeriggi invernali,

agitatore di fantasie fantastiche,

paladino della giustizia,

conservatore del bene.

Hai voluto i tuoi personaggi super ,

impavidi guerrieri ironici,

complicati, divertenti

e sempre con quel velo di tristezza nel cuore

e negli occhi a renderli Umani.

Grazie a te, la mia fantasia si é scatenata alla grande

e la mia infanzia ha avuto momenti colorati .

Li leggo ancora i fumetti, ogni tanto, così,

per tornare bambina sognatrice e sempre pronta a salvare qualcuno.

Mi fa bene.

Grazie Stan,

buon viaggio nel tuo fantastico mondo

BATMAN E CAT WOMAN

Mag 25, 2017 - libero scrivere    Commenti disabilitati su Bye bye Sir

Bye bye Sir

Bye bye Sir Roger Moore…

Sono cresciuta guardando Simon Templar,

sognando i tuoi  occhi azzurri ed il tuo viso da “furbetto”,

accativante nei tuoi abiti eleganti,

divertente con il tuo English humor,

l’angelo ed il diavolo in un uomo solo.

E poi insieme a Tony Curtis

hai superato te stesso,

mi hai fatto tanto ridere,

non vedevo l’ora di arrivre a casa da scuola

per vederti e sorridere.

Non potevano che scegliere te

per il ruolo di 007…

eri perfetto…

il tuo sorriso ha reso felici tanti bambini,

anche quelli meno fortunati di me,

hai portato la gioia e la pace in giro per

il mondo…

ora te ne stai in spiaggia…

sorseggi il tuo Martini…all’ombra di una Palma

e sussurri parole dolci alla donna affascinante al tuo fianco…

Mi piace ricordarti così

” For your eyes only “

Feb 12, 2012 - racconti    Commenti disabilitati su LA GIOSTRA

LA GIOSTRA

                                                    GIOSTRA.jpg

Quella mattina di Gennaio faceva freddo, molto freddo. Anna, avvolta nel cappotto verde bottiglia, camminava veloce. Guardava avanti, il naso dritto e fermo tagliava l’aria gelida. Era molto presto e la via deserta dormiva, solo uno spazzino graffiava la strada lento e stanco. Tutto era fermo. Anna guardò il negozio di libri antichi e si fermò. Qualcosa di quella vetrina la colpì. Eccola, era là sopra un ripiano di libri, accanto al mappamondo, una piccola giostra di legno decorata a mano. Tutti i cavallini erano bianchi, fieri e teneramente finti. Anna si avvicinò, il fiato appannava il vetro, con il guanto pulì quel punto e si mise a scrutare quell’oggetto così bello ed attraente. Un’emozione dolce ed intensa le rapì il cuore e le colorì il viso, non ci poteva credere, stava guardando la giostra con gli stessi occhi di allora. Si, quando era bambina e la domenica andava alla fiera del paese con il vestito nuovo, il gelato in mano e nell’altra quella di suo padre. Anna fissando il giocattolo si rivedeva là sorridente, con i capelli al vento e la mano tesa a salutare.  Era così bello, tutto girava, le immagini scorrevano veloci, gioia e paura ballavano dentro al suo cuore. Si divertiva, era libera di urlare, di sgambettare, di volare in alto nel cielo azzurro… Guardava le persone a terra e felice ritrovava suo padre con il vestito chiaro e la sigaretta in bocca, la guardava e rideva. Dio, che bel suono la sua risata, forte e tenera, si confondeva con il trillo dei campanelli appesi ai cavalli. I tanti rumori si mescolavano tra loro, la confusione incombeva e tutto fluttuava armonioso. Perché non è più così ora? L’ampia fronte di Anna si corrugò, le labbra semiaperte si chiusero rigidamente mentre la campana della chiesa suonava la mezza. Quei rintocchi rimbombavano, si tappò le orecchie per non sentirli, il tempo la stava chiamando: ” Anna, Anna sbrigati è tardi, su corri, corri…”Agile come una gazzella si voltò di scatto e cominciò a correre verso la piazza; vedeva la corriera in lontananza, stava per partire. Con il cuore in gola ed il fiato tra i denti si sbracciava per farsi notare dall’autista. Ad un tratto si fermò, si voltò indietro e poi di nuovo verso la piazza. Era in piedi, pallida ed attonita, perché esitava? Che cosa stava succedendo? Doveva prendere quel maledetto autobus! Perché tentennava? Erano forse i campanelli della giostra a distarla? Sì, erano loro, quel suono tanto festoso, amato e dimenticato in un angolo remoto del cuore, soffocato dal tran tran della vita. Anna voleva sentirlo di nuovo, sì, certo era sicura, le sue emozioni non erano spente, erano vive, solo un po’ impolverate ma pronte a fremere di nuovo. Di corsa saltò sull’autobus e si sedette soddisfatta e palpitante.

Scese all’ultima fermata, non in città ma in paese. Raggiunse il parco. La sua giostra era là, un po’ scalcinata ed arrugginita, ma bella ed imponente come allora.

Anna si avvicinò e spinta da una forza magnetica salì sulla pedana e si sedette sul suo cavallo preferito: Brunello.