MANTOVA FESTIVALETTERATURA 2017 – TRIESTE – LA CITTA’ INTERIORE
EVENTO N° 210
” SE SON ITALIAN, PERCHE’ ME CIAMO COVACICH? “
Mauro Covacich e il suo Premio Campiello:
” La città interiore”
“La città più meridionale dell’Europa del Nord ” per raccontare la propria vicenda personale
ed accompagnarci lungo le strade di questa splendida città con l’inconfondibile ironia Triestina, diretta, efficace e senza fronzoli.
Dopo tutto, i triestini devono coniugare tre lingue, tedesco, triestino e slavo e nei secoli hanno trovato un parlato essenziale che spesso ti spiazza.
“ Il bambino é diretto al Borgo Teresiano, vicino alla chiesa con la cupola blu, vicino al Canale, vicino alle bancarelle di Ponterosso.
Sa dov’é. A sette anni si muove in città come un migratore lungo le rotte celesti. Non conosce i nomi delle vie, segue riferimenti emotivi, talvolta
geometrici, i c olori delle insegne, le fughe di luce verso la marina, i volumi dei pieni e dei vuoti tra i palazzi, le chiome degli alberi. Ha una bussola
interna, l’infallibile magnetismo di un uccellino cresciuto per strada.”
” Ah ecco. E’ una giornata importante, papà risponde senza reticenze, le piastrelline del mondo si sistemano una ad una nel mio planisfero mentale. Zona A e Zona B, buoni e cattivi, palestinesi e israeliani, indiani e cow boy, noi e i titini.
Sì ma chi xe i titini?
I jugoslavi, i abitanti dela Jugoslavia.
E noi papà, chi semo?
Ah-ah-ah, i italiani, chi semo se no, tandùl “
” I miei pensieri andrebbero espressi tutti in dialetto, evito di farlo solo per non appesantire il testo più del necessario, ma i triestini pensano così, e sarà solo al terzo anno di permanenza fuori città che una mattina, da giovane insegnante di liceo di Pordenone, mi alzerò dal letto sconvolto per aver sognato in italiano. “
Grazie Mauro, mi hai riportato un pò a sentirmi come te…
Chi vive in una città di confine e si abitua a vivere in due modi diversi
e chi vive in una città ed é nata in un’altra e porta dentro di se due modi di essere differenti
ma sempre uno.
Il cielo grigio di oggi mi ricorda le giornate invernali in riva al mare, con il vento tra i capelli
ma, al posto delle onde trovo magnifici monumenti, e le fronde agitate degli alberi secolari.
Entrambi mi donano gioia.
Che sia finalmente armonia interiore?