IL SOLE OLTRE L’ERBA
In quel preciso istante
il vento piegava gli steli alti
il sole ancora tiepido
guardava me
fissava il mio viso
Quella intensità mi trascinava lontano
Avrei voluto morire
in quel preciso istante.
In quel preciso istante
il vento piegava gli steli alti
il sole ancora tiepido
guardava me
fissava il mio viso
Quella intensità mi trascinava lontano
Avrei voluto morire
in quel preciso istante.
Specchio d’acqua ti fai ghiaccio all’improvviso
Giorno ti fai notte così…senza tramonto
Onda marina porti via le mie conchiglie ben disposte sulla riva
Sipario calato prima della fine dello spettacolo
Ali spezzate s’infrangono contro la roccia
Impeto imrpigionato, imbrigiliato, imbavagliato
Cavalli scalpitanti rinchiusi nei recinti
Vorrei non avere il dono di volare perché non lo posso fare
Vorrei essere solo terra ferma, dura, rude, concreta
Vorrei non avere aspirazioni
Il disincanto svuota me
La ruspa scava, raccoglie e getta via.
Che cosa rimane?
Non più io.
Terra, tu scaraventi all’esterno
le tue bellezze con prepotenza!
Togli il fiato con l’esplosione di giallo,
rosso, blu e bianco.
La tua messagera Primavera,
sparge gioia, energia e vitalità ovunque!
Il prato festeggia danzando mille colori.
I ” Denti di leone” prendono sottobraccio ” Le lacrime della Madonna”
lungo sentieri di verde acceso.
I fiori di pesco volteggiano nell’aria con tulle rosati.
Il cielo canta il suo azzurro più vivace.
E’ terso, nitido, puro.
Il sole é là, fiero e maestoso, libero di inviare i suoi raggi ovunque.
Vieni a me calore, vieni a me tepore,
ti tengo stretto dentro di me,
non andartene.
VIVALDI rende al massimo l’arrivo
della primavera!
Dopo le note vivaci e allegre, che valorizzano le esplosioni di colore,
Vivaldi addolcisce i momenti, calma all’entusiasmo, invita al silenzio e
alla contemplazione rispettosa.
Grazie Madre Terra!
http://www.youtube.com/watch?v=4fdfqu8z4Z0
Passi sulla spiaggia d’inverno
schiuma bianca contro il grigiore
nubi colme di pioggia
onde ribelli increspano il mare.
Cammini con le mani dietro la schiena
guardi l’orrizzonte cupo,
mi ricordi “Il giovane Werther”.
Difficile comprendere i tuoi silenzi,
arduo accennare una parola,
complicato cercare attenzione.
Raccolgo conchiglie per te,
gioco con la riva ed i gabbiani,
ascolto il vento ed il mare.
Parole sussurrate dolcemente,
note musicali in libertà,
sfumature accennate.
Tu sei con me
Io sono con te
Mi bastava.
Mi manca.
Ritorno al mare
ritorno da te
tu ritorni da me,
passeggiamo ancora una volta?
Una sola.
Papà.
Dolci pendii
scendono a valle
rettangoli di verde rotolano
quieti e composti.
Alberi solitari a fermare l’infinito
Specchi d’acqua a rischiarare
le brune zolle
Manieri imponenti
a definire l’appartenenza
Bianche strade a condurmi a te
***************
Appennini toscani
nebbia sospesa
bianca neve
onde colme.
Il pesco in fiore
manca
a condurci in Giappone
******************
Stormi neri
sulla neve bianca
macchie scure
disegnano il candore.
Ali come gioelli
adornano pellicce d’ermellino
Corsi d’acqua ondulati
ricamano il manto latteo.
Inverno…resta.