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Mag 24, 2015 - opinioni    Commenti disabilitati su Per non dimenticare

Per non dimenticare

la mafia uccide solo d'estate

Senza retorica,

senza fronzoli,

senza parole inutili,

il senso é:

” per cambiare le grandi cose,

bisogna cambiare le piccole

a partire da noi stessi,

dai nostri comportamenti “

“Povera Patria”

Franco Battiato

Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos’è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore…
ma non vi danno un po’ di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
si che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po’ da vivere…
La primavera intanto tarda ad arrivare

Apr 11, 2015 - opinioni    Commenti disabilitati su Giorgio Ambrosoli – Qualunque cosa succeda

Giorgio Ambrosoli – Qualunque cosa succeda

Giorgio Ambrosoli ( Avvocato liquidatore )

Fulvio Croce ( Avvocato – Processo Brigate Rosse )

Emilio Alessandrini ( Magistrato )

Mino Pecorelli ( giornalista )

Quattro cittadini assassinati durante lo svolgimento del loro lavoro.

Ho finito di leggere il libro ” Qualunque cosa succeda ” di Umberto Ambrosoli e non ho fatto a meno di piangere.  Il magone sale, da solo,  nn lo chiami mica e lui arriva . I magoni salgono e si fermano lì, in quel punto specifico della gola, perché sono fatti così….é il loro lavoro….

Di quegli anni bui ricordo poco. Le immagini in bianco e nero del Telegiornale, seguito assiduamente da mio padre, la foto di Aldo Moro, quella in primo piano con la croce sullo sfondo, la macchina in cui fu trovato il corpo di Moro e le altre macchine e i corpi rivoltati all ingiù di Pecorelli e altre vittime. L’eco delel voci roche ritorna…leggendo le parole di Umberto. Leggi e rivivi con lui i momenti della vita di Giorgio Ambrosoli e cerchi di capire i meccanismi complicati del suo lavoro, cerchi di cogliere il suo sorriso sereno insieme ai figli e alla moglie. Cerchi di cogliere la  stanchezza nei suoi occhi neri, nei gesti, nelle movenze. Non la trovi, Giorgio era instancabile. Dormiva pochissime ore per notte. Svolgeva il suo lavoro. Lo svolgeva, nonostante il presagio, nonostante la sua voce interiore lo mettesse in guardia dalla scelta intrapresa.

“..E’ indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me é stata un’occasione unica di fare qualcsa per il paese. “

E il caro prezzo é stato pagato con la vita.

“Qualunque cosa succeda” é scritto con il cuore. E’ un libro che va letto. La storia di Giorgio Ambrosoli non deve essere dimenticata.

Vi lascio qualche brano tratto dal libro. Fatene tesoro dentro di voi.

Marco Vitale scrisse su “Il Giornale”:

”  Negli anni ’50 fare il bagno nel Ticino, il fiume più azzurro d’Italia, era una cosa meravigliosa. Poi, fu inquinato. Ma negli anni più recenti si é iniziato a mettere qua e là dei depuratori e ora é già possibile, per chi sa guardare il fiume, cogliere i primi efetti del disinquinamento e sognare che, forse, il Ticino tornerà azzurro. Voglio ricordare Ambrosoli con lo stesso affetto e la stessa riconoscenza che avrei per un’operaio caduto sul lavoro, mentre era impegnato ad installare un depuratore: affinché il Ticino ritorni azzurro”

” Quello che qui conta é che , nel processo, come in una radiografia, viene in evidenza il vuoto e l’isolamento che papà e i suoi colleghi hanno percepito quotidianamente.  E in quel vuoto, in quell’isolamento, la pusillanimità del sottobosco politico, la protervia dell’interesse partitico, e il potere occulto della P2 hanno trasferito a Sindona il messaggo che l’unica ragione per cui il suo piano di salvataggio non riusciva ad essere realizzato era l’ostinata intransigenza di papà. Come avrebbe spiegato Falcone, non molti anni dopo e con dolorosa precisione : ” Prima ti lasciano solo. Poi vengono le calunnie.  Poi ti uccidono “

” Sento un’omissione generalizzata, intorno alla vita di papà: come se nessuno avesse la capacità di raccogliere la sua bandiera, issarla, nuovamente esporla al vento e indicarla come riferimento dietro il quale unire le forze. In quel momento sento che il suo non é un esempio condiviso dal Paese, ma che interessa pochi singoli,  a livello soggettivo. “

” Già in passato Gusmaroli e Silvio Novembre, a turno, avevano l’abitudine di accompagnarlo a casa in macchina, la sera, non per fargli la scorta, ma per un sostegno morale; per non fargli pesare la solitudine . Da allora, e forse aveva iniziato anche prima, Silvio Novembre sente il bisogno di fare di più e passa intere notti di guardia sotto casa nostra, nascosto dentro la sua auto e all’insaputa di papà. Forse perché ha ben vivo il ricordo delle minacce che ha subito lui, l’anno prima: le telefonate mute, le macchine che lo seguono per via, l’inquietudine di sentirsi osservato ed esposto. Forse perché proteggere papà é proteggere il lavoro che stanno facendo insieme, e la loro amicizia “.

….” Insomma sono anni indaffarati ma sereni, durante i quali papà ha di fatto costruito non solo le proprie competenze e capacità ma anche la fama di solido, rigoroso e determinato professionista .”
 
….” I fatti dimostreranno che la prudenza tipica del carattere di papà e del suo stile professionale non si declinerà come condiscendenza o controllabilità, ma come determinazione, rigore e chiarezza d’intenti.”

 
Dice di lui Silvio Novembre ( il finanziere, suo collaboratore ) ” Nel giudizio iniziale che me lo aveva reso un pò antipatico, Ambrosoli era quasi uno spocchioso. Uno di sicurezza granitica, eccessiva. Poi ho potuto constatre che era una sicurezza reale, dettata soprattutto dal fatto di avere coscienza del proprio sapere .”

 
 ” C’ é una volontà di cambiamento, un’insofferenza per la situazione politica del Paese, c’é l’urgenza, la sete di trovare riferimenti positivi, che confermino la bontà di scelte che possano rovesciare il sistema del privilegio e del sopruso in favore del bene comune e del diritto. E papà é uno di questi. “
” Il mondo, in una certa misura, va nella direzione in cui noi vogliamo che vada ( anche nella subordinata forma del ” permettiamo “). Ciascuno di noi é responsabile per qualche grado di questa direzione, secondo l’inclinazione che attraverso la nostra quotidianità e che possiamo cambiare con le nostre scelte e con il nostro agire. Nelle piccole e grandi cose: nell’accettare di non fare o di non pretendere una fattura, di chiedere o non chiedere un permesso che una norma impone, di rispettare o meno i diritti del nostro prossimo, o per esempio delegando ad altri le scelte che dovrebbero impeganrci. Questo é il potere che ha ciascuno di noi.
Feb 11, 2015 - opinioni    Commenti disabilitati su Basso Continuo di Renzo Cigoi – Per non dimenticare

Basso Continuo di Renzo Cigoi – Per non dimenticare

basso-continuo

BASSO CONTINUO”  DI RENZO CIGOI

<<Renzo Cigoi, poeta e narratore, vincitore di prestigiosi premi di narrativa e di poesia italiani, è stato finalista al Premio Calvino con il suo romanzo inedito Biblion. Sue poesie e racconti sono stati tradotti e pubblicati in sloveno, romeno, russo e francese.

 

Basso continuo e altri racconti di Renzo Cigoi (Edizioni Opposto, Roma. € 14,00) www.opposto.net >>

Commento di Federica Bignardi

http://www.leggeretutti.net/site/basso-continuo/

Intervista con Renzo Cigoi

http://www.gliamantideilibri.it/archives/30423

 

 

PER NON DIMENTICARE QUEI GIORNI

 

PER RICORDARE CHI NON C’E’ PIU’

 

PER TRARRE INSEGNAMENTO DA CHI E’ SOPRAVISSUTO E NON SI LAMENTA MAI DI QUELLO CHE HA PERCHE’ HA PROVATO SU SE STESSO LA FAME E LA MISERIA

 

A VOI  LASCIO LE MIE IMPRESSIONI ACCORATE E SPONTANEE SCATURITE DOPO UNA LETTURA INTENSA E COMMOVENTE

 

 

 

 

Cara Olga, oggi 17 ore 7 fucilati innocenti.

La mia salma si trova di qua dal fiume della scuola dove sta Albegno.

Tu puoi prendere la mia salma anche a Mezzogiorno di oggi.

                                                 

                                                                          Vittorio Tassi “

 

Così esordisce il racconto “ I Perdenti “  di Renzo Cigoi, così leggono i miei occhi , così la mia mente rimane immobile, così il mio cuore si ferma per un attimo. Rileggo incredula.

Ciò che colpisce è la semplicità della morte, un evento scontato, un biglietto sgualcito nelle  mani di una donna che ritira il corpo del marito come un pacco postale. Il “cara” a sottolineare un legame affettivo che sarà interrotto da lì a poco. 7 Innocenti muoiono oggi, la guerra se li porta via come foglie secche sul fiume della Patria, della Nazione, della Vittoria. Rigagnoli rosso sangue ridono di giovani invaghiti dall’ideale, spronati dalla sete di Gloria, annebbiati dall’oppio dell’ipocrisia aristocratica. Si beffano di uomini maturi che imbracciano un fucile, camminano nel fango e ogni tanto sentono “ Splash! Splash! I corpi dei propri compagni cadere nel fiume” …”Era come essere in un macello asiatico dove gli animali appena scannati respiravano ancora…”  . Crude immagini di “ Basso Continuo” immortalano disperate carcasse umane mandate a morire come mosche sullo sterco ancora caldo della Russia lontana, senza motivazione, senza ordini precisi, senza ideologia. Triestini, sloveni, ucraini uniti dall’ “unico desidero sincero  di appoggiare quella rivoluzione perché era fatta di gente che moriva di fame e non aveva ancora maturato nessuna chiara presa di coscienza ideologica : chi aveva mai sentito parlare di Lenin o Marx!”  L’assurda, inconcepibile miseria dell’uomo che esorcizza la morte con la guerra come facevano gli antichi con i sacrifici umani agli dei per allontanare questa inevitabile ed invincibile paura.  Per respirare questo fetore bisogna attraversare le “grise”: tra lame di roccia tagliente come coltelli, si cammina sopra un cimitero, distesa di tombe al cielo aperto, esposte come in un museo della morte, dove ci sono tutte le facce di coloro che sono morti qui lungo i secoli: tratti e profili di ogni etnia e popoli del pianeta scolpiti dal vento e dalla pioggia…sono le voragini delle foibe: fosse comuni senza lapidi né nomi…”

Sento le ossa scricchiolare sotto di me, sento il rumore del dolore mescolarsi a quello del vento freddo. La montagna della morte grida silenziosa contro un cielo azzurro e lo maledice per la sua bellezza. Può l’uomo concepire una tale distruzione? Può l’uomo distruggere se stesso e i suoi simili con tale semplicità ? Sì, può. Racconti snocciolati davanti ad un bicchierino, tra fumo di sigaro ed una mano di carte.  Visi scolpiti nella pietra della dura verità.

Divise malconce impiastricciate di brodaglia penzolano dai rami sempreverdi dell’idiozia umana. Avventori, turisti,, passanti osservano distratti massi grigiastri di solitudine e disperazione. Un uomo solo si ferma immobile e guarda un crepaccio, il ricordo di quel giorno lo attanaglia: “ In quel momento mi sono sentito invadere da una fredda angoscia, avevo capito che quella era una madre che aveva supplicato per la vita dei figli mentre l’umanità che le stava intorno era improvvisamente ritornata prigioniera delle antiche epoche oscure.”

Il Carso ingoia tutto, corpi, ricordi, rimorsi e nostalgie. E’ là e ci rammenta che “ i ricordi sono fatali ed è legittimo pensare che nessuno, dopo aver lacerato con la memoria il proprio Sé possa illudersi di sperare nel paradiso “La semplicità delle espressioni contrasta con una sana consapevole filosofia di pensiero, purezze di idee raccontante da personaggi semplici, comuni, a volte rozzi che attraversano le pagine di questa preziosa raccolta di memorie. Struggenti descrizioni della natura addolciscono i tratti crudi e violenti della narrazione, quasi a scusarsi, quasi a compensare il dolore di certe parole, di certe immagini inquietanti, nubi soffici e legno caldo, note delicate tra fiumi di porpora: “ Fuori, sul limitare del bosco di querce, tra i rami spogli degli alberi contro un cielo di pesca sanguigna, l’occhio felino della luna al suo primo quarto spiava un cane che abbaiava lontano…”.Sono piccoli quadretti appesi ai muri della malinconia e all’amore verso la natura violenta di quei luoghi. La pietà non esiste e lo scrittore lo sa e ce lo ricorda con il racconto a me più caro. “” Favola”. Una stupenda metafora dell’olocausto e dei genocidi in genere. I corpi dei piccoli abeti nella macchia boscosa vengono trucidati brutalmente da asce affilate. Ciuffi verdi e sorridenti strappati violentemente dalla madre Terra come radici secche. Forti tronchi estirpati frettolosamente vanno a riempire camion carichi di rami, aghi, creature morenti accatastate una ad una in una specie di bara comune”…solo una lieve fragranza di resina come l’odore del sangue di una mortale ferita…” restituiva loro un minimo di dignità. L’ultimo atto prima di venire impalati in piazze adornate a festa, prima di essere rinchiusi in case calde e soffocanti per il sorriso prepotente di bambini capricciosi e l’aria compiaciuta di padri indifferenti al valore di questi nobili esseri eterni.

Al cadere dei primi aghi, un viaggio verso il cassonetto, l’odore disgustoso delle immondizie ricopre definitivamente l’aroma essiccato. Rami a bruciare nei camini, mentre il fumo sale e fiocchi biancastri dipingono il cielo. Tu piccolo abete volevi risvegliarti sereno nella tua foresta ed invece vaghi senza meta trasportato via dal vento della violenza umana.

 

 

Federica Bignardi

 

 

 

 

 

Gen 25, 2015 - opinioni    Commenti disabilitati su ” Birdy ” party in my balcony

” Birdy ” party in my balcony

Il silenzioso inverno

a volte si può zittire.

I colori grigi e nebbiosi

a volte si possono dipingere.

 I  nudi balconi

a volte si possono adornare.

Quadri e pizzi?

No,

fiori e briciole….

La natura non dorme mai…basta chiamarla a sé.

Gen 18, 2015 - opinioni    Commenti disabilitati su Bellezza vs degrado – pensiamoci bene

Bellezza vs degrado – pensiamoci bene

CASA DEL MANTEGNA

MANTOVA

” Il disegno architettonico è caratterizzato da un disegno geometrico perfetto: un cerchio incluso in un quadrato in cui il cortile  cilindrico è racchiuso in un corpo di fabbrica quadrato. Collegate da un percorso circolare, le stanze si affacciano con porte arcuate o finestre sul cortile a forma di cerchio, evidente moderna riproposizione dell’ atrium di una domus romana “

Il cerchio…incluso in un quadrato…

armonia pura di una visione architettonica

che cattura il cielo senza imprigionarlo.

L’azzurro a portata…d’occhio.

Ogni tanto…passando da Via Acerbi,

entrate un momento…un momento solo…

la vostra anima vi ringrazierà.

Il degrado urbano catturato ed imprigionato.

Guardatelo bene tutti e pensate a come recuperare

questi graffi umani degeneranti.

degrado

http://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2015/01/17/news/la-citta-unesco-tra-degrado-e-opere-incompiute-1.10684229

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