Feb 8, 2012 - racconti    Commenti disabilitati su I PATTINI D’ARGENTO

I PATTINI D’ARGENTO

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La pista è vuota, la lastra di ghiaccio brilla al sole, nessun segno è visibile,

pare ancora intatta. Il silenzio, in quel primo pomeriggio di Marzo, è

interrotto ogni tanto dalla lieve brezza primaverile che scompiglia le fragili foglie novelle. Marika, seduta sulla panca, si allaccia con cura i pattini nuovi. Con la testa china ed i capelli sul viso controlla la chiusura dei lacci ed arrotola le calzette rosse sulle caviglie. Si alza e barcollando raggiunge la pista, si ferma e guarda un istante quel grande lago ghiacciato e poi si lancia frenetica in una lunga corsa. Le lame dei pattini tagliano violentemente il ghiaccio ed il rumore echeggia nell’aria. Marika volteggia sicura, muove il suo corpo rigido con perfezione, mentre il sole tiepido la scalda lievemente. Che bello! Ora è felice, niente la può fermare, si lascia trasportare da quella sensazione unica ed irripetibile. Nessuno la guarda, nessuno le parla e le dice ciò che deve fare. No, è lei la padrona di se stessa, può fare ciò che vuole ed i pattini eseguono i suoi ordini diligentemente. I salti e le piroette non la trovano mai impreparata, Marika atterra con grazia e disinvoltura. A volte si abbandona a morbidi movimenti e lascia che siano i pattini a guidarla verso nuove geometrie. Il fiato reclama e la gola è secca, è tempo di fermarsi. Marika si appoggia alla ringhiera e respira profondamente, gli occhi sono chiusi e tutto si muove attorno, gli alberi, le montagne ed il sole. Il cuore batte forte e la stanchezza si fa sentire, ma non è ancora ora di smettere. Eccola è di nuovo là in pista, grintosa e felice. Quei brevi momenti sono così intensi ed importanti per lei, per i suoi pensieri, per il suo corpo, la fantasia è libera di correre, urlare, piangere e ridere; niente domande, niente risposte, solo lei e Marika. Rumori di passi lontani interrompono il suo dolce vagare una voce famigliare la chiama: “ Marika! Marika, cosa fai qui? E’ freddo, è ora di andare “. “ Sì, Marco, andiamo, è tardi, accompagnami a casa “. Un ultimo sguardo alla pista vuota e mentre il sole scompare tra le montagne, il cigolio della sedia a rotelle invade quell’incanto.

 

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I PATTINI D’ARGENTOultima modifica: 2012-02-08T17:55:00+01:00da cigno39
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