Apr 11, 2015 - opinioni    Commenti disabilitati su Giorgio Ambrosoli – Qualunque cosa succeda

Giorgio Ambrosoli – Qualunque cosa succeda

Giorgio Ambrosoli ( Avvocato liquidatore )

Fulvio Croce ( Avvocato – Processo Brigate Rosse )

Emilio Alessandrini ( Magistrato )

Mino Pecorelli ( giornalista )

Quattro cittadini assassinati durante lo svolgimento del loro lavoro.

Ho finito di leggere il libro ” Qualunque cosa succeda ” di Umberto Ambrosoli e non ho fatto a meno di piangere.  Il magone sale, da solo,  nn lo chiami mica e lui arriva . I magoni salgono e si fermano lì, in quel punto specifico della gola, perché sono fatti così….é il loro lavoro….

Di quegli anni bui ricordo poco. Le immagini in bianco e nero del Telegiornale, seguito assiduamente da mio padre, la foto di Aldo Moro, quella in primo piano con la croce sullo sfondo, la macchina in cui fu trovato il corpo di Moro e le altre macchine e i corpi rivoltati all ingiù di Pecorelli e altre vittime. L’eco delel voci roche ritorna…leggendo le parole di Umberto. Leggi e rivivi con lui i momenti della vita di Giorgio Ambrosoli e cerchi di capire i meccanismi complicati del suo lavoro, cerchi di cogliere il suo sorriso sereno insieme ai figli e alla moglie. Cerchi di cogliere la  stanchezza nei suoi occhi neri, nei gesti, nelle movenze. Non la trovi, Giorgio era instancabile. Dormiva pochissime ore per notte. Svolgeva il suo lavoro. Lo svolgeva, nonostante il presagio, nonostante la sua voce interiore lo mettesse in guardia dalla scelta intrapresa.

“..E’ indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me é stata un’occasione unica di fare qualcsa per il paese. “

E il caro prezzo é stato pagato con la vita.

“Qualunque cosa succeda” é scritto con il cuore. E’ un libro che va letto. La storia di Giorgio Ambrosoli non deve essere dimenticata.

Vi lascio qualche brano tratto dal libro. Fatene tesoro dentro di voi.

Marco Vitale scrisse su “Il Giornale”:

”  Negli anni ’50 fare il bagno nel Ticino, il fiume più azzurro d’Italia, era una cosa meravigliosa. Poi, fu inquinato. Ma negli anni più recenti si é iniziato a mettere qua e là dei depuratori e ora é già possibile, per chi sa guardare il fiume, cogliere i primi efetti del disinquinamento e sognare che, forse, il Ticino tornerà azzurro. Voglio ricordare Ambrosoli con lo stesso affetto e la stessa riconoscenza che avrei per un’operaio caduto sul lavoro, mentre era impegnato ad installare un depuratore: affinché il Ticino ritorni azzurro”

” Quello che qui conta é che , nel processo, come in una radiografia, viene in evidenza il vuoto e l’isolamento che papà e i suoi colleghi hanno percepito quotidianamente.  E in quel vuoto, in quell’isolamento, la pusillanimità del sottobosco politico, la protervia dell’interesse partitico, e il potere occulto della P2 hanno trasferito a Sindona il messaggo che l’unica ragione per cui il suo piano di salvataggio non riusciva ad essere realizzato era l’ostinata intransigenza di papà. Come avrebbe spiegato Falcone, non molti anni dopo e con dolorosa precisione : ” Prima ti lasciano solo. Poi vengono le calunnie.  Poi ti uccidono “

” Sento un’omissione generalizzata, intorno alla vita di papà: come se nessuno avesse la capacità di raccogliere la sua bandiera, issarla, nuovamente esporla al vento e indicarla come riferimento dietro il quale unire le forze. In quel momento sento che il suo non é un esempio condiviso dal Paese, ma che interessa pochi singoli,  a livello soggettivo. “

” Già in passato Gusmaroli e Silvio Novembre, a turno, avevano l’abitudine di accompagnarlo a casa in macchina, la sera, non per fargli la scorta, ma per un sostegno morale; per non fargli pesare la solitudine . Da allora, e forse aveva iniziato anche prima, Silvio Novembre sente il bisogno di fare di più e passa intere notti di guardia sotto casa nostra, nascosto dentro la sua auto e all’insaputa di papà. Forse perché ha ben vivo il ricordo delle minacce che ha subito lui, l’anno prima: le telefonate mute, le macchine che lo seguono per via, l’inquietudine di sentirsi osservato ed esposto. Forse perché proteggere papà é proteggere il lavoro che stanno facendo insieme, e la loro amicizia “.

….” Insomma sono anni indaffarati ma sereni, durante i quali papà ha di fatto costruito non solo le proprie competenze e capacità ma anche la fama di solido, rigoroso e determinato professionista .”
 
….” I fatti dimostreranno che la prudenza tipica del carattere di papà e del suo stile professionale non si declinerà come condiscendenza o controllabilità, ma come determinazione, rigore e chiarezza d’intenti.”

 
Dice di lui Silvio Novembre ( il finanziere, suo collaboratore ) ” Nel giudizio iniziale che me lo aveva reso un pò antipatico, Ambrosoli era quasi uno spocchioso. Uno di sicurezza granitica, eccessiva. Poi ho potuto constatre che era una sicurezza reale, dettata soprattutto dal fatto di avere coscienza del proprio sapere .”

 
 ” C’ é una volontà di cambiamento, un’insofferenza per la situazione politica del Paese, c’é l’urgenza, la sete di trovare riferimenti positivi, che confermino la bontà di scelte che possano rovesciare il sistema del privilegio e del sopruso in favore del bene comune e del diritto. E papà é uno di questi. “
” Il mondo, in una certa misura, va nella direzione in cui noi vogliamo che vada ( anche nella subordinata forma del ” permettiamo “). Ciascuno di noi é responsabile per qualche grado di questa direzione, secondo l’inclinazione che attraverso la nostra quotidianità e che possiamo cambiare con le nostre scelte e con il nostro agire. Nelle piccole e grandi cose: nell’accettare di non fare o di non pretendere una fattura, di chiedere o non chiedere un permesso che una norma impone, di rispettare o meno i diritti del nostro prossimo, o per esempio delegando ad altri le scelte che dovrebbero impeganrci. Questo é il potere che ha ciascuno di noi.
Giorgio Ambrosoli – Qualunque cosa succedaultima modifica: 2015-04-11T09:57:00+02:00da cigno39
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